La nostra associazione perde due grandi protagonisti della vita di tutti noi. Giancarlo Cremonesi (tra gli altri incarichi ex Vice Presidente Generale e Membro del Consiglio dell’Hospitalitè NDL) e Giorgio Caprino (ex presidente della sezione Oftal Milano). Da loro abbiamo imparato, con loro abbiamo camminato e servito numerosi pellegrinaggi.
Per l’occasione, in loro memoria, qui di seguito, riportiamo alcune lettere aperte scritte da chi ha potuto, negli anni, godere della loro presenza, del loro servizio, della loro guida.
Giancarlo Cremonesi: compagno di viaggio
Come ormai tutti sapete, è volato in cielo Giancarlo Cremonesi, nostro amico e compagno di viaggio. Con Giancarlo, prima come barelliere, poi come Capo Ospitaliero e Vice Presidente dell’Associazione, abbiamo lavorato per lunghi anni condividendo sogni e difficoltà. Al suo funerale la nostra Associazione era rappresentata intensamente: segno del grande affetto da parte di chi, a vari livelli, con lui ha lavorato. La commozione che aleggiava nella chiesa parrocchiale di Vignale, dava il senso del grande affetto e della stima di cui era circondato. In quegli istanti nella mia mente scorrevano, come in un film, tante immagini del lungo cammino fatto insieme dal 1958 a oggi. Nel saluto di commiato, che alla fine della celebrazione eucaristica ho pronunciato molti di voi erano presenti. Parlavo principalmente come amico e compagno di esperienze professionali, ma anche in nome dell’Associazione, che si è voluta far presente in quel momento in vari modi. Condivido con voi il contenuto del mio saluto.
«Questo è il momento del silenzio, un silenzio pregno di rispetto nei confronti del dolore dei tuoi cari … Oggi rivolgendomi a te Giancarlo esprimo la mia personale partecipazione, perché il ricordare un amico con altri amici è un modo di dire che la nostra è, prima di tutto, una comunità spirituale e per noi la vita, e quindi il legame di solidarietà, continua anche dopo la morte.
In questo momento l’atteggiamento più giusto sembrerebbe il silenzio, ma il silenzio potrebbe essere frainteso o come segno di imbarazzo o come tentativo di rimozione di un sentimento di dolore. Allora tanto vale parlare, semmai con pudore, chiedendoti scusa per ogni parola di troppo. E’ difficile dire in poche parole il tuo impegno senza riserve, la tua delicatezza, la tua vicinanza ai malati ai quali ti sei dedicato per anni. Una parola di troppo potrà sembrare il ricordo di un atteggiamento che avevi, quando a Lourdes con la tua disponibilità creavi affiatamento, perché arrivavi ogni volta con quella tua attenzione rasserenante a guidarci nei pellegrinaggi.
Per me rimarrà il ricordo di una ricca e grande storia d’amicizia di cui siamo stati segnati, per tanti anni, a gomito a gomito, nella professione e anche nell’Oftal che si perde nei tempi ormai lontani, perché tu mi dicevi che era una missione forte e così da quando ho fatta la mia prima esperienza abbiamo fatto per tanti anni il servizio come barellieri insieme.
Sono tanti i ricordi, sono come un eco che rimbalza da un angolo all’altro, che mi portano a ricordarti e fra i tanti, uno, semplice, brevissimo che mi riporta ai tanti pellegrinaggi cui abbiamo preso parte, con la tua disponibilità ad aiutare, con la tua generosità, nonostante la famiglia e la professione ti assorbissero molto, ma sembrava che il tempo per te si moltiplicasse e riuscivi a trovare lo spazio per tutto.
Rimarrà documento unico della tua singolare vivacità al consiglio tecnico dell’Oftal, gli scambi di idee durante i pellegrinaggi a Lourdes e sul viale dell’Accueil, dove ci siamo raccontate le nostre preoccupazioni, i nostri punti di vista, o condiviso le nostre attese, “magari anche le discussioni sulla tua squadra del cuore, l’Inter”, e poi finivamo sempre ogni confronto con il rosario in mano. Negli ultimi tempi le tue capacità motorie si stavano diminuendo, me ne avevi parlato ultimamente, ma tu non demordevi e il tuo spirito era sempre vivace e attento e quando la sofferenza ti ha conquistato ti sei sentito sorretto dall’amore per la Madonna e dalla tua dolce e cara Maria Rosa, da Vanni e Nicoletta e dai tuoi nipoti Luca e Andrea.
Ti siamo accanto Giancarlo, ti sentiamo “balzato fuori, più in là”, non ci rimane che raccogliere l’eredità che ci hai lasciato, la tua generosità, la tua capacità di dare, la tua disponibilità, l’amore al servizio degli ammalati e dell’Oftal, la tua amicizia. Giancarlo la tua vita è come il drappo della bandiera e la tua testimonianza è come l’asta. Ci sono drappi che il vento lacera e il tempo logora. L’asta rimane, ecco tu non ci sei più ma l’asta, la tua testimonianza non perisce.
La tua vita continua nel nostro ricordo, già lo affermava il pagano Cicerone: “La vita dei morti si trova nel ricordo dei vivi” ma per noi credenti esiste un legame, un ponte fra chi non c’è più e quelli che restano: è la preghiera!
Ora è il momento di fare silenzio per dare spazio alla preghiera».
Renato
Ricordo di Giancarlo Cremonesi
IL SILEZIONE E L’ASCOLTO
Lettera aperta a Maria Rosa Clerici Cremonesi
Cara Maria Rosa,
al termine della Messa esequiale di Giancarlo,”zio Gian” per molti di noi, ti confesso che l’insolito invito rivolto all’assemblea da Renato, nostro indimenticato presidente diocesano, di osservare un silenzio interiore, mi ha stupito e meravigliato.
Evitando le solite lacrimevoli frasi di circostanza, egli ha colto nel segno il sentimento di scoramento generale che permeava ciascuno dei presenti, allontanando così la frustrazione di ascoltare la vacuità delle parole che in tali circostanze ci si scambia.
Ho fatto mio l’invito limitandomi ad uno sguardo silenzioso e riconoscente al tuo volto e ad un cenno di condivisione della sofferenza a Nicoletta e a Vanni perché così, ne sono certo, avrebbe voluto Giancarlo, uomo di misurate parole e alieno da eccessive esternazioni.
Sì perché quel suo saggio interloquire aveva accattivato le simpatie di molti amici dei primi tempi, – siamo intorno agli anni ‘60 del secolo scorso – che in lui avevano individuato il vero carisma oftaliano: amicizia, collaborazione, disponibilità e tanta , tanta preghiera.
Andando a ritroso nel tempo e scorrendo l’ingiallita documentazione cartacea che conservo gelosamente, scopro che la nostre iniziali conoscenze e familiarità risalgono al pellegrinaggio diocesano del 7/13 luglio 1965 in cui lo zio Gian, ormai collaudato istruttore di principianti, mi avviò al mitico servizio “bagagli e carrozzelle”dove la mia inadeguatezza trovò rifugio nella sua guida instancabile e preziosa.
Il comune percorso intrapreso nell’associazione non subì interruzioni e la reciproca stima e fiducia non venne mai meno anche quando mi richiese qualche personale sacrificio invitandomi a rinunciare a pellegrinare a Lourdes per Loreto dove necessitava personale sufficiente a garantire un discreto svolgimento delle funzioni: come potevo, Maria Rosa, rifiutare?
Venne poi il tempo di conciliare le esigenze famigliari e professionali con gli impegni che monsignor Giuseppe Ferraris, il presidente generale, gli affidò come direttore di pellegrinaggi, capo ospitaliero, vice presidente generale e, da ultimo, consigliere dell’Hospitalité de Notre Dame de Lourdes di cui divenne, tra i primi della diocesi nel 1969, membro titolare e tu … sempre ad assecondare e condividere stanchezze e fatiche.
Giancarlo compartecipava umilmente questi suoi incarichi con gli amici, – gustando particolarmente il sapore del contributo dato nella progettazione di Casa Oftal a Lourdes, rifugio di tanti stagiaires – quando la vostra generosità spalancava le porte della casa di Vignale e della cascina di Cavagliano, offrendo ospitalità a uomini e donne usi a servire e dove non mancava mai la storica compagnia dei Carlino Bossi, dei Mario Bovio, dei Pietro Poletti, degli Ottavio Tettoni….
A loro, e non soltanto a loro, dedicava disponibilità e attenzione con un approccio alla pari senza sdolcinature e con reciproco rispetto, un cuore che sapeva accogliere in amorevole silenzio le già tante volte ascoltate vicende di chi era forse costretto al silenzio della quotidianità: certo queste caratteristiche scaturivano da una fede vissuta all’ombra della parrocchia, sotto l’egida di maestri dello Spirito, don Tito, don Alberto, don Giacomo, don Francesco, la vicinanza dei quali alimentava continuamente dame e barellieri con la Parola e la Preghiera.
Sapeva ascoltare tutti lo zio Gian, e soppesava ogni suo dire specialmente nei momenti di sofferenza e di angustia che ciascuno di noi provava quando malumori nascevano e si alimentavano in seno all’associazione: eravamo però consci che la sua saggezza e pacatezza, come sempre, avrebbero facilitato una riconfermata solidità di fraterni intenti.
E venne il tempo degli acciacchi prima e dei malanni poi che mi comunicava con molta semplicità e che sapeva accogliere, seppur a malincuore, rammaricandosi di una certa inadeguatezza a continuare l’opera iniziata decenni addietro, mantenendo però sempre stretti contatti con la vita associativa.
Ora, cara Maria Rosa, viene detto che ci si abitua alla crudele assenza, ma non è così perché la sofferenza resta sofferenza, perché le vostre mani non si intrecciano più ogni giorno, perché ogni risveglio è straziante, perché lo zio Gian se n’è andato su quelle rive lontane di un Gave eterno in cui nessuno di noi può giungere senza attraversare la morte, ma egli è là ai piedi di una grotta a contemplare perennemente il volto di una immacolata Maria e di una … Maria Rosa.
Grazie per essergli stata vicino e ricordagli, nelle tue quotidiane preghiere, che anche noi gli abbiamo voluto bene.
Borgomanero, 16 aprile 2022, santa Bernadette
Gianni Barcellini
Caro Giancarlo a nome del Consiglio Diocesano e ti tutti gli Amici oftaliani, ti diciamo Grazie!.
Grazie! Questa semplice parola è riconoscere il valore di una persona ad essere grati per il tempo che ci hai dedicato.
GRAZIE Giancarlo perché hai amato l’Oftal.
GRAZIE per aver offerto la tua grande competenza e umanità nel Consiglio Diocesano, in quello della Sede Centrale e nell’Hospitalité di Lourdes, sempre con spirito di servizio.
GRAZIE per averci insegnato che il servizio è accoglienza, abnegazione e disponibilità.
GRAZIE per la tua umiltà, nascosta dietro la capacità decisionale e la responsabilità che sempre ti sei assunto.
GRAZIE per la condivisione dei Pellegrinaggi, in cui il treno era “casa” e i giorni a Lourdes generavano momenti di unità e anche di sana leggerezza. Un ultimo
GRAZIE per l’Amicizia con la A maiuscola che ci hai donato in pienezza e che rimarrà viva nei nostri cuori. Una canzone brasiliana recita “la bellezza della vita è l’arte dell’incontro”. Siamo stati fortunati ad incontrarti.
Ti salutiamo con le parole che tu scrivesti per salutare don Franco, ora le diciamo a te: “Disponibile ad ogni chiamata, con instancabile dedizione all’Associazione, sempre presente, sei stato veramente il Pellegrino nel Pellegrinaggio”.
Ciao Giancarlo, un grande abbraccio.
Buona Strada.
Gli Amici Oftal Novara
Giorgio Caprino, amico di sempre
Ti ringraziamo Signore per averci donato Giorgio, grande amico di sempre.
In particolare desideriamo oggi ringraziarti per la sua testimonianza di oftaliano, convinto e innamorato di Lourdes, come lui stesso ci ha confidato. Pensando alla nostra Associazione:
Ti ringraziamo per il tanto tempo, senza riserve, che le ha dedicato, dalle 7 e mezzo del mattino davanti a una veloce colazione, alle ore della tarda sera durante le innumerevoli riunioni, togliendo spesso spazio alla sua famiglia;
Ti ringraziamo per l’energia e la passione che hanno sempre caratterizzato i suoi interventi, anche quelli che a volte abbiamo fatto fatica a capire;
Ti ringraziamo per la tenacia con cui ci ha insegnato ad operare, anche quando le condizioni non sono state favorevoli;
Ti ringraziamo per la creatività con cui ha affrontato le tante occasioni felici, ma anche quelle di maggiore difficoltà;
Ti ringraziamo per la sua capacità di pensare e operare con lo sguardo rivolto anche all’intera Associazione, senza sottrarsi ai tanti chilometri che questo significava;
Ti ringraziamo per le volte in cui, togliendosi gli occhiali, desiderava capire a fondo uno scritto, un pensiero;
Ti ringraziamo per il suo desiderio di condividere i suoi pensieri, “perché vedi…” amava dire;
Ti ringraziamo per la sua capacità di ascoltare i bisogni di tutti, malati, pellegrini, personale e per quella particolare attenzione per tutti i gruppi, cittadini e non;
Ti ringraziamo per l’amicizia che ha saputo coltivare e nella quale credeva profondamente;
Ti ringraziamo perché ci ha insegnato a dire sì, anche quando sarebbe stato più semplice dire no, confermando quello spirito di servizio che caratterizza la nostra Associazione.
Ti chiediamo, Signore, di accoglierlo, insieme ai tanti amici che lo hanno preceduto,nella Tua casa di Padre e di ricompensarlo con la tua bontà.
A te, Giorgio, che sei tra le braccia di Maria, chiediamo di continuare a pregare per la nostra Oftal
Ciao Giorgio
Gabriella Tona
Giorgio Caprino presenza viva in mezzo a noi
Caro Giorgio,
ti ho abbracciato con tanta gioia e profonda amicizia il 19 Marzo, quando ci siamo nuovamente incontrati durante la giornata annuale dell’Oftal Milano, felice di poterti rivedere dopo un lungo periodo di assenza dovuto alla tua salute. Sorridente, mi hai accolto ricambiando l’abbraccio, insieme a quello di tanti altri amici oftaliani.
Con decisione e piglio sicuro, hai voluto riprendere la strada da percorrere nella nostra Associazione, che ti ha visto protagonista per decenni come Presidente della Sezione di Milano dell’OFTAL e che hai condotto per due mandati, contribuendo al miglioramento della sua attività, sempre con lo scopo di essere vicino ai malati e ai sofferenti per portarli alla Grotta di Massabielle, a Lourdes, dove, insieme a tutti noi, trovare ristoro per la nostra anima e “ricaricare” le batterie della nostra fede, per affrontare con l’aiuto di Maria le prove della vita.
“Dobbiamo volare alto”, questo era il tuo motto, affermando così la volontà di migliorare sempre di più il nostro modo di agire nel volontariato verso coloro che soffrono e non hanno speranze certe, per portare aiuto e infondere in loro quella serenità e pace che viene dalla preghiera e dalla fiducia in Maria.
Come non ricordare il grande convegno a Rozzano del 2009, in occasione del 50° anniversario del riconoscimento della nostra Associazione – Sezione di Milano da parte dell’arcivescovo Giovanni Battista Montini, con la presenza di numerose autorità civili e religiose, tra le quali il card. Martini, l’allora sindaco Albertini.e il Dott. Melazzini.
Grazie per la tua geniale idea che hai saputo realizzare, facendo in tal modo conoscere l’Oftal a una comunità sempre più ampia, e ribadendo il vero scopo dell’Associazione durante la presentazione del convegno: “Noi non vogliamo essere una semplice agenzia di viaggi, vogliamo privilegiare l’attenzione ai poveri, la preghiera e la formazione del personale. È quanto umilmente, con le nostre forze, abbiamo cercato di fare in questi anni”.
E come non sottolineare quella tua iniziativa, “campagna Uova di Pasqua”, che con grande intuizione hai voluto fortemente realizzare, per portare a Lourdes un sempre maggior numero di malati poveri e di personale.
Mi ha sempre colpito la tua determinazione nell’affrontare le nuove sfide che abbiamo dovuto vivere con il mutare dei tempi, attraversando un periodo di profondi cambiamenti, tanto da chiederti: “Ma ha senso ancora oggi la presenza dell’Oftal?”. Con la tua pronta risposta nel ricercare nuove vie per far giungere a tutti il messaggio di Lourdes, anche in una società sempre più complessa che sembra essersi dimenticata della presenza di Dio nella storia.
Il tuo sorriso accoglieva sempre ogni persona che incontravi, mentre il tuo sguardo andava oltre l’orizzonte umano, per raggiungere il profondo di ciascuno e riuscire così ad infondere in ognuno di noi quel coraggio necessario per andare avanti e raggiungere nuovi e più ambiti traguardi.
E anche nell’ultimo incontro, non hai mancato di dare il tuo apporto con un vibrante intervento, invitandoci a continuare sulla strada tracciata da mons. Rastelli per essere, con sempre maggior fervore, attivi testimoni del messaggio di Lourdes.
Hai dedicato giorni e notti alla tua Oftal, tanto da far diventare la nostra Associazione punto di riferimento nella Diocesi di Milano per chi voleva recarsi a Lourdes in pellegrinaggio, senza mai trascurare il tuo impegno di padre, marito e nonno. Poi l’improvvisa chiamata del Signore, alla quale ti eri preparato, e che ora ti ricompensa con il suo abbraccio paterno.
Adesso, spetta a noi il compito di continuare sul cammino che tu hai tracciato e che abbiamo percorso e continueremo a percorrere insieme, anche se ormai sei arrivato nella Casa del Padre e dall’alto potrai meglio vegliare su tutti noi.
Grazie Giorgio per averti incontrato ed essere stato presenza viva in mezzo a noi.
Dal cielo intercedi per noi presso Maria e ricordaci insieme ai tuoi cari Clara ed Edoardo, attorno ai quali la nostra famiglia Oftaliana si stringe con affetto.
Con un ultimo tenerissimo abbraccio.
Nostra Signora di Lourdes, prega per lui e per noi.
Roberto Penati